lunedì 27 febbraio 2012

WS: forme, saperi e valori dell'economia solidale

Conferenza internazionale della decrescita –
Venezia, settembre 2012

Presentazione

Chi cerca di delineare un percorso di transizione verso una
società della decrescita concorda sulla necessità di sottrarre alla logica del
mercato capitalistico almeno la soddisfazione dei bisogni di sussistenza (à la
Polanyi) delle comunità. Questo nuovo paradigma ci sembra possa poggiare almeno
su quattro punti: a) La “riscoperta” del rapporto fra attività economica e
territorio in cui la comunità è insediata. E’ la comunità che si autorganizza
per conseguire, attraverso l’utilizzo ottimale di tutte le risorse locali, la
sovranità alimentare e l’autonomia energetica. b) I rapporti fra i membri della
comunità devono fondarsi sui valori e sulle pratiche della reciprocità e della
cooperazione; c) Per promuovere il suo ben-essere, la comunità deve disporre e
incrementare i suoi beni comuni – il suo patrimonio - sottraendoli
progressivamente alla sfera privata e a quella pubblica; d) Il progressivo superamento della
distinzione fra produttori e consumatori, per riconsegnare ai concittadini il
ruolo di cura del governo della casa comune. In questo quadro diventa cruciale
interrogarsi sulle caratteristiche, sull’organizzazione, sui ruoli, sul governo
delle imprese “sociali del territorio” che avviano e sviluppano, pezzo a pezzo,
le diverse attività economiche, all’interno delle singole realtà territoriali
(distretto, bioregione, ecc.).
Dal confronto, dalla frizione fra le buone pratiche finora
realizzate ed i punti di appoggio descritti, possiamo tentare di far emergere
una nuova teoria ed una nuova pratica dell’impresa sociale del territorio per
liberarci, progressivamente, dell’apparato concettuale su cui si fonda
l’impresa capitalistica (efficienza, profittabilità, governance, ecc.) , allo
stesso tempo figlia e madre del paradigma dell’homo oeconomicus.